Innamorata cotta di quelle signorine al profumo di clorofilla, che hanno l’usanza di mettersi ordinate in fila per riempire di significato “spazi e desideri”, in questo giorno di cuori sparsi non posso che pensare alle PAROLE e ai libri in cui hanno trovato casa.
Ormai non è un segreto, amo il modo in cui le parole si fanno specchio per chi cerca e per chi fugge e approfitto di San Valentino per parlarvi di alcuni libri che ho posato sul cuore.
Il primo in cima in cima nella lista è Shakespeare, unico forestiero del gruppo in realtà, con la sua Viola
O tempo, se c’è modo, su saprai
sbrogliare questo nodo. Io no, mai.
Subito lo segue Pavese con le sue poesie, per i colori, i sospiri e l’immaginifico che ti si aprono davanti assieme alle pagine del libro.
Un altro amante che non lascia il suo trono è “Mi sa che fuori è primavera” per la meraviglia con cui queste donne (la protagonista e la scrittrice) sanno maneggiare il mondo.
“Sai cosa sarebbe bellissimo? Che le persone con cui parli di te avessero la capacità di far silenzio, di stare in ascolto, … accogliere, dare un posto a quel che stai dicendo”.
(Concita De Gregorio, Feltrinelli)
Poi arriva la Margherita di Alessandro D’Avenia e il suo essere perla e conchiglia, equilibrista sul nuovo che la precede e portatrice di storie antiche.
Da qui per assonanza vi presento un’altra perla, una favola che si prende cura del dolore con grazia ed innocenza e dona capriole al mondo interno di chi legge, sto parlando di Andrea Bajani e del suo “Un bene al mondo” (Enaudi)
Per ultimo, come un regalo tanto atteso, mi rapisce il narrare doloroso e illuminante di Valeria Parrella e il suo libro “Tempo di imparare” che è un incantesimo di amore.
“Tu cammini in punta dei piedi e io barcollo. (…)
però ce ne andiamo per un mare di parole più belle”