Di libri, lucine e semi di bellezza

by Claudia Fulvi
Le lucine dell’albero mi tengono compagnia mentre scrivo questo articolo fatto di due delle cose che più sanno tenermi al caldo: i libri e le affinità di parola.
Avevo desiderio di concludere l’anno bisbigliando consigli di lettura, ma poi ho pensato “perché farlo da sola?”.
Così ho pescato tra chi, intorno a me, fa dono di parole lucenti e occhi curiosi ed ho chiesto loro raccontarmi il libro che più, in questo anno, hanno sentito vicino.
Ti presento la nostra lista variopinta e più felice!
Floriana, collega romana che con carta, sabbia, foto e sguardi attenti crea luoghi sicuri dove spiccare voli intrepidi (dai uno sguardo al suo prossimo fiabesco laboratorio) ha scelto: Appunti di Meccanica Celeste” di Domenico Dara (Nutrimenti edizioni) e ce lo racconta così:
“Ho sempre pensato che la vita fosse fatta di incontri speciali, non solo con le persone, ma anche con i luoghi, gli odori, i sapori e con tutte le piccole grandi cose che la vita ci presenta, compresi ovviamente i miei cari amici libri. Così è stato con questo autore e con questo libro, incontrato su una bancarella tra le vie romane, fui subito attratta dalla copertina e, leggendo la trama, non potei far altro che portarlo, felice, via con me.
La felicità è stata maggiore nel leggerlo, non una lettura vorace, ma a piccole ponderate dosi per goderne la storia e le vicissitudini dei sette personaggi che gravitano nelle pagine, ognuno con una sua caratteristica particolare, ognuno con un proprio modo di narrarsi.
Sette personaggi che modificano e trasformano la loro vita proprio per un incontro speciale: nel loro piccolo paese, per una strana coincidenza, arriva un circo. Si proprio un circo con gli elefanti, gli acrobati, i lanciatori di coltelli, gli illusionisti. Ogni personaggio si incrocia e scontra con un circense modificando la propria traiettoria, permettendosi di guardare la vita da un’altra prospettiva trasportato dalla magia malinconica che appartiene al circo.
Le loro piccole grandi storie mi hanno presa per mano, emozionata, sospesa su un filo, le loro vite sono state uno specchio per vedere e raccogliere frammenti della mia esistenza, dandomi la possibilità di immaginare nuove prospettive anche per il mio cammino, fidandomi come fanno i circensi nelle loro esibizioni.”
Sara di Double B Tailored Beauty ci porta in un mondo dove stelle e amicizia si tengono per mano e ci fa un po’ commuovere (per fortuna ho una fornita scorta del suo contorno occhi magico sempre con me!).
“Alex Wood è un adolescente un po’ nerd, appassionato di scienza e colpito da un meteorite. No, non è tanto per dire: Alex è stato davvero colpito da un meteorite da bambino, ne conserva un frammento sulla mensola in camera da letto. Ne conserva anche le cicatrici: dopo l’impatto il suo cervello…beh, diciamo che non è più stato lo stesso. 
Una serie di circostanze gli faranno incontrare Mr. Peterson, veterano del Vietnam con una leggera dipendenza da marijuana – lo aiuta a sopportare i dolori. Ne nasce un’amicizia profonda, che segnerà profondamente entrambi e di più non ti racconto perché ti rovinerei il finale!
È un libro appassionante, divertente e tragico al tempo stesso e quando arrivi alla fine ti dispiace davvero lasciare Alex e Mr. Peterson, ma dentro ti rimane quella bella sensazione di calore che ti lasciano i libri scritti bene.”
Il libro di Sara è “Lo strano mondo di Alex Woods” di Gavin Extence (Ed. Garzanti).
Lucia, la mente e il cuore di “Impressioni” la dimora creativa di impronte delicate e naturali ci racconta di un libro che le è rimasto, tra i tanti, “appiccicato addosso”.
Si tratta di “Il destino ha ali di carta” di Tor Udall (Ed. Garzanti).
“Un romanzo che si svolge all’interno dei giardini botanici di Kew Gardens a Londra, che già di per se sono un luogo magico, ai miei occhi e credo anche agli occhi di chi nella natura trova meraviglia e che nasconde la storia di un uomo ed una donna che, per motivi diversi, ne fanno il loro luogo di pace e di ritrovamento.
Chloe racconta come l’arte dell’origami, possa aiutare a non avere paura e a perdonarsi di colpe passate e Jonah invece alla ricerca di ricordi da mettere insieme. Vite che si intrecciano a quelle degli altri tre personaggi reali solo nella loro visione, ma che grazie a loro, permetteranno ai due di “trovarsi”.
Toccante e mai scontato… pagine che scivolano veloci e che ti fanno capire che nulla è scolpito nella pietra, e che la verità è versatile, si può piegare e ripiegare, proprio come la carta dell’origami.”
Il libro che è rimasto nel cuore di Nicole (si, proprio lei, la creatrice della newsletter che odora di primavera tutto l’anno) è “The Hate U Give. Il coraggio della verità di Angie Thomas (Giunti ed.).
“Il titolo prende ispirazione da un verso di Tupac, rapper e attivista per i diritti dei neri, che in una canzone ricorda come l’odio che le persone trasmettono alle nuove generazioni cresca in loro, e crei problemi per il futuro. E in questo libro sono proprio le nuove generazioni le protagoniste, in particolare Starr che cerca di trovare il suo posto nel mondo, come ogni sedicenne. Ma non tutti i sedicenni vivono in un ghetto ma frequentano una prestigiosa scuola “di bianchi”, non a tutti i sedicenni capita di subire le violenze dei poliziotti, di vedere amici giustiziati solo per il colore della pelle, di dover trovare il coraggio che la verità richiede.
È un libro adatto anche ai più giovani (dai 15 anni) ma che fa riflettere anche gli adulti: e credo che, in momenti come quello che stiamo vivendo, ci sia molto bisogno di pagine e di storie così.”
Seguendo “briciole” di sentieri coraggiosi ho incontrato Clarissa, che ha pescato per me e per te nella sua valigia da lettrice ed ha scelto “Inés dell’anima mia” di Isabel Allende (Ed. Feltrinelli).
“Lo lessi per la prima volta attorno ai vent’anni. Non ricordo per quale circostanza me lo ritrovai tra le mani (in casa mia i libri hanno sempre circolato liberamente, andando e venendo quasi di testa loro), ricordo però che mi intrigò subito quel sussurro d’amante che l’autrice -che non conoscevo- aveva eletto a titolo.
Lo lessi d’un fiato e oggi so che, senza quell’incontro un po’ fortuito con il mondo pervaso dal magico realismo della Allende, la mia poetica artistica non sarebbe la stessa.
Non dico che “Inès dell’anima mia” sia il romanzo più famoso tra quelli scritti da Isabel, però lo consiglio anche per questo: è una piccola perla capace di riportare in vita il duro tempo dei Conquistadores e degli Indios, dei rabdomanti e delle profezie.
E poi, naturalmente, è una bellissima storia d’amore, il che dal mio punto di vista è sempre un ottimo incentivo per scegliere quale libro leggere.”
Alessia ci fa dono di un libro che l’ha messa in contatto con riflessioni profonde e un sogno a fior di pelle.
Quello che amo di Alessia è il modo che ha di accarezzar parole, qui puoi leggerla. In quest’autrice ha apprezzato il profondo amore per il genere umano e il pianeta.
“Nei suoi romanzi spesso sono le donne a essere rivoluzionarie, ribelli, schiave spezzate eppure gli oppressi sono sempre uomini e donne, indistintamente. Le sue distopie sono speculazioni efficaci e realistiche di un ipotetico futuro mai troppo lontano dal punto in cui ci troviamo noi.
Ho scelto “L’Ultimo degli Uomini“,di Margaret Atwood (Ed. Ponte alle grazie), primo capitolo della trilogia de L’Adamo Pazzo.
Dopo anni di letture noiose mi ha convinta che ancora esistono libri belli. Quelli che, quando li inizi, vorresti non finissero mai eppure desideri arrivare all’ultima pagina per capire cosa sta succedendo. Quelli che ti sorprendono perché i riflettori sono puntati su un unico protagonista – Jimmy, l’ultimo degli uomini, o Uomo delle Nevi, come preferisce farsi chiamare sin dalle prime battute del romanzo – che è in verità un coro di voci.
Pagina dopo pagina le mutazioni, i monoblocchi in cui vivono i ricchi e le Pleboli, le società farmaceutiche e le sperimentazioni genetiche, si dipanano a macchia d’olio offrendoci il forte contrasto tra un prima e un dopo di cui non riusciamo a cogliere il punto di rottura.
Se credete che la fantascienza sia roba per bambini, non avete mai letto Margaret Atwood. Vi obbligherà a fermarvi a riflettere, a comprendere la portata mostruosa delle azioni di oggi, a toccare la solitudine disperata di un uomo – l’ultimo – in balia dei ricordi, del dolore, della speranza che un futuro migliore sia ancora possibile. Almeno per noi, prima che sia troppo tardi.
Onirico, visionario, ironico, incalzante, ipnotico: un romanzo che si lascia divorare.”
Sei rimasto a bocca aperta come me per la meraviglia e lo stupore?
Amo quando un progetto si fa carico di coralità e desideri, quando la passione dell’uno incontra le intenzioni ardite dell’altro.
Ogni volta che ti occupi della bellezza che hai dentro costruisci un semino che può farsi grande nell’incontro con l’altro, me lo insegnano le persone con cui ogni giorno condivido un pezzetto di strada e lo regalo oggi a te, che stai per indossare il tuo sorriso più scintillante e hai accanto alla porta la valigia dei buoni propositi.
Ti auguro un ultimo giorno dell’anno ricco di te, di possibilità in germoglio e felicità-nonostante.

 

Mi resta la sabbia tra le dita.

Seb l’annusa,

la sfrega contro una guancia.

Poi mi afferra per un polso,

mi guarda profondo.

E mi dice non ci perdiamo.

Io gli dico non ci perdiamo.

(Claudia Mencaroni da SEB E LA CONCHIGLIA)

 

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