Letture estive

by Claudia Fulvi

Di lunedì, fulmini e nuovi orizzonti

Ho strizzato ben bene il tubetto di crema solare, lavato il telo mare con un ammorbidente profumato, giocato in giro per casa con il cappello di paglia che mi vergogno sempre un po’ ad indossare, perdonato l’agenda degli appuntamenti, fatto voto mentale di richiamare il dentista e cercato di convincere la pilea nuova che, se resiste anche nei mesi con meno sole, le comprerò un vaso colorato da sfoggiare.
Manca solo una cosa: togliere dai libri granelli di sabbia e segnalibri improvvisati… e parlare a te, lettore, delle parole che hanno entusiasmato occhi e sentiti sotto il sole.
Eccoli i libri che hanno giocato alla staffetta nella borsa mare e nello zainetto da passeggiata, te li presento!
“Destinatario sconosciuto”
Romanzo di Katherine Kressmann Taylor, Ed: Bur, traduzione di Ada Arduini.
Un libro da taschino, consigliato da una lettrice che sa farsi nido, l’ho trovato di seconda mano su libraccio.it, quando è arrivato l’ho scoperto poeticamente pieno di appunti e scritte a margine.
Si legge in un piccolo ritaglio di tempo, ti resta incollato addosso lasciandoti scomodo e sbigottito.
Per chi non ha ancora finito di interrogarsi sul male, sulla giustizia, sulla propria capacità di distinguere ombra e luce, per chi non ama dormire sonni tranquilli, per chi sa che le parole possono rivelare e tacere tutto quello che siamo.
“Lunedì o martedì”
di Virginia Woolf | Editore: Nuova Editrice Berti, traduzione di Cristina Colla.
“Lunedì o matedì” è una raccolta di racconti che la Woolf fa pubblicare all’insaputa del marito, il quale lo definisce uno dei peggiori libri mai pubblicati.
Io ci ho cercato dentro la scrittrice che amo e tutte le sue sfumature, vi regalo qualche sua parola dal racconto UNA CASA INCANTATA:

“Arrivano più vicino; si fermano sulla soglia.

Il vento si placa, la pioggia scivola, argento sul vetro.

Le nostre palpebre si appesantiscono; non sentiamo più passi vicino a noi, non vediamo più nessuna signora allargare il suo mantello spettrale.

Le mani di lui fanno da scudo alla lanterna.

“Guarda”, sussurra in un soffio.

“Dormono profondamente. L’amore è sulle loro labbra”.

“Premessa per un addio”
di Gian Luca Favetto, NNeditore.
La collana Viceversa di NN editore custodisce piccoli tesori a parer mio.
In questo romanzo cercavo una città che presto incontrerà i miei occhi, il desiderio di trovar dimora dopo un viaggio, lo sperimentarmi con sentimenti forti che non sempre ci concedono la baldanza di farsi vedere.
L’autore parla di “un nuovo andare” ed io sugli ultimi giorni di estate mi sono lasciata portare.
“Libro dei fulmini”
Di Matteo Trevisani, Atlantide Edizioni.
Ho conosciuto Matteo, grazie a Sara e il suo Maestoso, abbiamo una città in comune, San Benedetto del Tronto (per lui una partenza, per me un approdo). Dal nostro incontro sono comparse un’app per non perdersi tra le stelle e una gran voglia di leggere il suo libro.
Il Libro dei Fulmini è stato il mio compagno d’inizio estate, mi ha trasportato da un’afosa piscina di Rimini ad un luogo silenzioso fatto di radici profonde, ed ho in programma una seconda lettura per l’autunno, in compagnia di qualche folgore settembrina.
“Orologi Rossi”
 di Leni Zumas, Ed Bompiani, traduzione di M. Z. Ciccimarra.
Questo libro ha il sapore del percorso di libroterapia Cose da Femmina, ed ha chiamato a gran voce dallo scaffale la parte indomita del mio femminile che ama prendersi cura di tutte quelle sfumature che sfuggono agli etichettamenti e reclamano luci proprie.
Se non bastasse la traduzione è affidata alla traduttrice che ha curato i romanzi di HAN KANG… e niente è venuto a casa con me!
“C’è bisogno di nomi nuovi”
di NoViolet Bulawayo, ed: Bompiani, traduzione di Elena Malanga.
Darling, la bambina di dieci anni che vive nello Zimbabwe, mi ha rubato il cuore. Continuamente sospesa tra una bellezza di un prima e un dopo che non riesce mai a far propria, è un libro che non consola, che consegna nelle mani del lettore una porta sempre aperta sul non trovarsi.
Diverse volte ho chiesto aiuto alla lettura ad alta voce mentre ero dentro questo libro, come dovere verso la forza delicata delle parole e come ricerca di aiuto, per come esse risuonano dentro.

 

E per te lettore? Quali sono le parole che ti hanno tenuto compagnia in quest’estate dal caldo scontroso e la pioggia facile?

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