Diventare grandi

by Claudia Fulvi

Ma quando si diventa grandi?

Ennio sta ripiegando con dedizione il suo bagaglio di dolore per la malattia del padre, lo vede diventare piccolo e si chiede se è questo il momento in cui si può dire di star diventando adulti.
Diana inizia a ritirare le mollichine direzionali con cui cosparge da sempre le strade potenziali che la figlia ha davanti. “Perché possa trovare prima la strada giusta… perché possa trovare sempre quella per tornare a sé, per tornare a casa”. Si guarda le mani piene di mollichine e terriccio e si domanda se è quello il momento in cui si inizia a diventare grandi per davvero.
E tu ci pensi mai a quando si diventa grandi?
Forse è un lavoro minuto ma incessante, fatto di arrivi e ritorni, come le onde, sempre un filino più avanti ma bagnati di risacche e bonacce.
Forse si diventa grandi quando ci si fa maestri di quell’arte un po’ paurosetta che è il non-sapere, quando il bianco e nero decisi sfumano e impariamo che lo stare nel non sapere è la terra dove si insediano le nostri radici adulte.
Ed ogni passo vero comincia con l’ammissione che c’è una parte di inconosciuto in ogni strada battuta, che fa da contro-bussola a desideri, aspettative e al confortevole “ho tutto sotto controllo”. 
È nella grazia di quell’equilibrio e di quell’andare che scorgo un’adultità che arriva piano piano, condita di contemplazioni e respiri pazienti, al profumo dell’intimo bambino che sempre mi porto appresso.

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