Sul per sempre

by Claudia Fulvi

Scritte in tutte le dimensioni e in tutte le forme sui diari degli adolescenti arditi, queste due parole perdono la loro leggerezza al pari passo con l’avvento delle prime microzampe di gallina (primo segno di una dolce maturità che sa che il sorriso condito da consapevolezza e significato diventa più profondo e luminoso).

Alcune cose sento di sapere su questo argomento.

So che mi sento più a mio agio con il “ogni giorno appassionatamente” piuttosto che col “per sempre inesorabilmente” e so riconoscere, dietro al bisogno di infiocchettare una felicità con un’etichetta, la paura che scappi o il sentire da qualche parte dentro di noi che, mentre ce la stiamo godendo, già perde quota.

Ma so che certi per sempre hanno un significato ben più profondo, che va oltre il non passare mai di una persona o di una situazione, senza data di scadenza è per me il portare addosso quella tappa della vita in cui sono stata ME fino al midollo e sul cui gradino ho potuto riprendere fiato e sperimentare il primo passo delle innumerevoli ripartenze del mio viaggio.

Ancora un’altra cosa ho cura di sapere, credo «per sempre» riguardi ognuno di noi molto da vicino, da qualunque parte avremo preso di petto la vita ci sarà sempre qualche pezzetto di noi dove specchiarsi e riconoscersi, dove concimarsi e ripartire.

Io la considero una bussola feconda che si fa memoria delle nostre preziosità e che potrò sempre rintracciare, oltre i cambiamenti e le tempeste, che a volte si nasconde e a volte si colora di nuovo, ma che sempre (…e per sempre) fa capolino quando ho desiderio o bisogno di farmi un saluto.

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