2,3K
Frida è una ragazza gentile con una gran consapevolezza dei venti interni ed esterni che la accompagnano nelle proprie avventure nel mondo, subisce il fascino dei suoi moti profondi e non ha timore di metterli in discussione con o senza di me, quello che invece rischia di farle fare un passo indietro è lo stupore provocato dai desideri.
“e se non si avverassero?” bisbiglia
“e se si avverassero addirittura?” le rimando io nell’intenzione di incrinare (in)certezze
Ci interroghiamo poco sullo scuotimento che sogni e aspirazioni hanno sulle minerali sicurezze che ci corazzano da quelli che sentiamo come pericoli, e che magari sono occasioni: per scoprirsi, mettersi in gioco, partire o ritornare, lasciarsi andare.
Così finiamo per tacerli, i desideri, per prudenza e nasconderli in fondo in fondo, vestendoli della maschera opposta: la paura.
Ci hai mai pensato che i piccoli e i grandi timori diventano all’occorrenza un travestimento, che regge persino di fronte ad incoraggiamenti e tifo sfrenato?
Con le paure abbiamo una gran dimestichezza, impariamo ad averle accanto con nonchalance e a tenerle buone, se siamo parecchio “bravi” riusciamo anche a tramutarle in scuse.
“Non posso viaggiare ho paura dell’aereo, non posso lasciare il lavoro che non amo perché ho paura di non trovarne un altro di questi tempi”
Ma se provassimo a guardare oltre, a smascherarle e a mutare i “HO PAURA” in “HO TANTA VOGLIA DI”?
“Desidero un lavoro che mi gratifichi e valorizzi, desidero vedere posti nuovi”.
Non sto dicendo che come per magia si realizzeranno, non tutti i sogni hanno la smania del concreto, non tutti i desideri sono lì per farci contenti nell’immediato, i più intimi e preziosi sono lì a raccontarci chi siamo, per cosa lottiamo e ci emozioniamo.
E lì in quel groviglio fantasioso di noi possiamo trovare la strada, i desideri sono bussole lungimiranti che ci mostrano la strada.
e se non si avverano?
