Ogni fine, ogni inizio

by Claudia Fulvi
psicologa grottammare fine inizio
[ ogni fine ed ogni inizio ]
Ogni fine ed ogni inizio che compongono i nostri passi dialogano con gli stati mentali sperimentati all’inizio del nostro stare al mondo, ne parlava Melanie Klein con il termine “memorie affettive” riferendosi alle reazioni emotive e fisiche della valigia del passato che si riattivano nel presente quando arriva una situazione che tanto assomiglia a qualcosa di già vissuto, già sperimentato.
Le esperienze che facciamo all’inizio della nostra vita si inscrivono in profondità in mente e corpo e daranno sostanza e direzione alle nostre relazioni, ai passi del qui e del verrà e ai colori con cui vivremo i cambiamenti.
Il cambiamento sarà il vento che continuamente ci spettinerà i capelli, proprio in virtù di tutte le esperienze di inizio e fine che si palesano nello scorrere di un’esistenza.
Fine e inizio sono un tutt’uno indistricabile.
Dentro ogni fine si cela il venire a patti con la perdita, ma allo stesso tempo lì accanto si appoggia il nuovo inizio.
Così come dentro ogni cominciare possiamo scorgere l’abbandonare qualcosa di conosciuto a cui eravamo ancorati in precedenza.
Il nuovo si veste a festa di aspettative e speranze, consapevole dell’ombra che si porta dietro…dentro;
si eleva a desiderabile e auspicabile forte del fascino delle nuove imprese, ma sa farsi saggio abbracciando anche la fatica, il limite e la frustrazione che hanno abitato la fine che lo ha preceduto.
Il lasciare andare, quando lo si decide, ancor più quando ci investe, può significare lasciare la presa su qualcosa dal valore grande che fino a quel momento ci aveva dato forma, e il dolore della perdita si riempie di così tante emozioni disturbanti (vergogna, strazio, rabbia…) che le vie di fuga, negazione o nascondimenti sembrano molto più allettanti.
Eppure lì tra le pieghe di quello che abbiamo perduto, o stiamo per perdere, ci sono semi di cui curarci con delicatezza gentile, è da quel polline che saremo in grado di preservare dentro di noi quello che è stato, quello che siamo stati.
È per questo che l’esperienza emotiva di inizio e fine durante una terapia va accolta, esplorata, portata alla luce ogni volta che fa capolino, da tutto quel potente groviglio di emozioni ci prenderemo cura di consapevolezza, gratitudine, della capacità di rimanere aperti e commossi alla meraviglia e al creativo quando ci si palesa davanti.

Libro guida di queste riflessioni: 

“Sulla fine e sull’inizio” di Isca Salzberger-Wittenberg, Astrolabio, 2015

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