La Libroterapia al femminile di vecchi merletti

by Claudia Fulvi

COSE DA FEMMINA ROMA… cosa stiamo combinando?

Siamo oltre la metà del nostro viaggio tra le pagine, due libri letti, uno in lettura, uno ancora da scoprire.

La nostra prima protagonista è stata Sibilla (“Una donna”, Feltrinelli ed.): il suo libro è per me come un amuleto, amo iniziare dalle sue parole per quello stridere profondo causato dalla lontananza di uno stile datato e un po’ polveroso, con la forza dirompente di un pensiero che potrebbe essere stato concepito appena ieri (o già domani).

“Una donna” ci invita ad entrare nel vivo di un femminile sempre in divenire ma che può cristallizzarsi in una gabbia che mamma e figlia si passano come il corredo di pizzi e lino.

Al centro del romanzo la consapevolezza che un esistere appagante, fatto di impulsi vitali, pensieri alla luce del sole e stanze tutte per sé, dovrebbe essere il destino di ciascuno.

Ci ha lasciato senza possibilità di consolazione (ma con una sensazione di grande intimità nel gruppo), la Rinuncia di questa donna che, come una Dafne in fuga da un Altro incapace di accettare il rifiuto ed elaborarne i vissuti, condanna a morte una parte di sé: l’esser madre.

Poi arriva Elyria, dalla penna di una giovane scrittrice (Catherine Lacey, “Nessuno scompare davvero”, Ed. Sur), che ci chiede di seguirla nella sua fuga incosciente, a narrarle significati e sentiti dei personaggi che incontra.

La nostra seconda protagonista è un cercatore senza meta dichiarata, che tenta di placare il vuoto insofferente che si porta appresso mettendo in scena l’unica azione che per lei funziona, la fuga; perché più pericoloso del sentirsi alienati, prigionieri e vuoti è il rischio di appartenere ad emozioni che nessuno mai ha messo in parola per lei.

“Anch’io sarei fuggita se fossi una pecora invece che me stessa, vorrei comunque essere una cosa che fugge lontano da me piuttosto che quella cosa cucita dentro di me per sempre”.

Elyria vaga, preoccupata di cancellare tracce e non creare legami, così il lettore si trova a fare il tifo affinché i sentiti interni, che pure la smuovono, prendano vita e vigore nel mondo esterno.

Sarà così? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi. Per alcune della preziose lettrici di “Cose da Femmina” Elyria resterà una filatrice di fantasmi, ma per altre invece il viaggio è solo il primo tassello di una mutare a nuova forma.

Ed ora aspetto l’appuntamento di febbraio con un libro rosso in mano, consapevole che la poesia lucida di Annie Ernaux (“Memorie di ragazza”, L’Orma editore) ci restituirà presenze reali.

“Se il reale è ciò che agisce, produce degli effetti, secondo la definizione del dizionario, questa ragazza non è me ma è reale in me. Una sorta di presenza reale”.

Ti piacerebbe partecipare alla prossima edizione di “Cose da Femmina”?

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