Fino a qualche anno fa non avrei mai pensato di poter scrivere qualcosa sull’attesa così come sto per fare ora. Sono stata sempre una tipa da “tutto e sopratutto subito”, complice forse l’ambiente in cui sono cresciuta, i miei genitori quando c’è qualche questione da affrontare (non per forza problematica) si mettono in tenuta da combattimento: la studiano (poco), vagliano possibili soluzioni velocemente e in me che non si dica la affrontano e la superano (dopo ci chiediamo da dove arrivano i super eroi!).
Anch’io ho sempre pensato che il modo giusto di guardare alla vita sia infilare un passo deciso dopo l’altro, senza concedersi troppo il lusso dell’attesa.
Poi la mia vita è cambiata, le certezze statiche e minerali hanno iniziato a lasciare il posto a traballanti cambiamenti e ho ri-afferrato l’entusiasmo dei bambini per il costruire come con i Lego la casa che ci piace.
Ma le raffiche di vento in età adulta sconquassano un po’ e rimettere assieme i pezzi non è immediato, così ho fatto amicizia con la signorina Attesa e l’ho trovata meravigliosa.
Solo in apparenza placida e sonnolenta, si muove tra gli accadimenti con grazia e costanza ed ha un orologio paziente, capace di concedere spazio ai desideri e alle aspettative coraggiose.
Ora io e lei andiamo a braccetto, certo io strattono un po’ perché l’idea di andar spedita per me è sempre tanto rassicurante, ma poi lei gentile mi ricorda che adesso amo anche godermi il paesaggio durante il viaggio e le soste non programmate.. e fare liste.. si liste di cose che mi piacciono, di progetti, di piccole felicità.
Mi sono anche regalata un libro sul far liste, eccolo qui, e l’idea del regalarsi parole è quello che ha fatto nascere il Gioco-Calendario dell’Avvento dello scorso anno (e quello di quest’anno… ma di lui parliamo domani).
Quando non hai il fremito della fretta, fare liste perde la sua caratteristica ansiogena e ti regala una fotografia del tuo cassetto dei desideri che non pensavi così ricco e colorato.
E tu? Hai mai fatto liste per (di) te?
