Su di me

Mi chiamo Claudia Fulvi

sono una psicologa e una psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico.

 

In questa pagina ti racconto il mio modo di lavorare, l’indirizzo professionale che guida il mio agire (e sentire) terapeutico e quello in cui credo.

 

Come lavoro

Mi prendo cura della storia che mi porti, cerco assieme a te il filo che hai perso, ne costruiamo di nuovi se serve, chiedendo aiuto al passato e al quotidiano, chi sei stato e chi sei ora, ma anche al futuro, ai tuoi desideri, ai luoghi che abiti o che immagini per te.

È un lavoro a più mani, le mie e le tue, che richiede pazienza, coraggio e fatica, ma anche fantasia, curiosità e capacità di ascolto.

Un ascolto attento e puntuale, ma anche pronto a lasciarsi sorprendere da tutti i suoni che ti porti dentro.

Nella stanza di terapia, accanto ad uno sguardo rispettoso, un riflettere assieme libero e un’analisi preziosa dei sogni, trovano spazio gli strumenti della creatività e dell’espressività, come la lettura e la fotografia.

 

claudia fulvi psicologa

La bussola professionale che guida i miei passi

Esistono diversi orientamenti teorici, che come bussole guidano l’intervento dello psicoterapeuta, il mio è quello psicoanalitico.

La Psicoterapia Psicoanalitica mette al centro del lavoro a due (paziente e terapeuta assieme) il processo di esplorazione ed introspezione con lo scopo di giungere ad una comprensione di ciò che ha condotto la persona al punto dove si trova e un’attenzione rispettosa ai processi inconsci che guidano il pensiero ed il sentire, e che trovano espressione in tutte le nostre relazioni.

 

Quello in cui credo

Le “cose” in cui credo sono sentiti autentici e appassionati che il tempo mi ha cucito addosso e che porto con me nella stanza di terapia, come un tatuaggio un po’ nascosto, a cui non pensi sempre, ma che è lì a ricordarti chi sei e quello che sei stato. Sono:

la consapevolezza di sé,

dei propri preziosi punti di forza, delle fragili incertezze,

dei tenaci sassolini di affetto che fanno odorare di felicità il nostro cammino,

li considero il primo passo da cui partire (o ripartire) sempre…

 

si può essere se stessi in tanti modi diversi, ma io vorrei per te quello più emozionante e genuino.