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Di venti avversi, preziosi equilibri e profondissima quiete
Quante volte ho aspettato congiunzioni umane (e non) favorevoli per aprire gli occhi sul bello possibile: quando riodinerò casa inviterò gli amici per una cenetta, quando avrò i soldi farò quel viaggio a NY per sedermi sulle scalette di casa di Carrie, quando avrò tempo scriverò quel post che parla di una felicità che arriva tra venti avversi e caos imperante.
Sto scrivendo questo post con l’aria di una pioggia attesa che entra dalla finestra, un cielo che da azzurro si è fatto prima latte e poi grigio… la casa non è in ordine, il tempo libero è sempre una farfalla tanto colorata ma troppo veloce, i capelli sono la prova che la crema acconciante di Diego non agisce miracoli su tutte… ma un sentimento di sacrosanto star bene si è impossessato di me e ho desiderio di parlartene.
Ho voglia di raccontarti di quei sorrisi minuti che resistono a correnti avverse, di quell’attitudine preziosa a rimanere in piedi su vuoti sconnessi, di quelle lucine interne tenui che ti aiutano a prender confidenza con le ombre, come le lucciole in estate.
La mia amica Cla ce l’ha tatuata sul cuore, i miei pazienti ci credono ad intermittenza, io ancora me ne sorprendo, chi mi vuole bene la chiama coraggio o talento, per me è quella gran temeraria della felicità-nonostante.
nonostante (o nón ostante) cong. [comp. di non e ostante, part. pres. di ostare]
ostare (ant. obstare) v. intr. [dal lat. obstare, comp. di ob– e stare, propr. «stare di contro» e quindi «opporsi, contrastare»]
◆ Part. pres. ostante (ant.), di persona o cosa che è d’impedimento, che si oppone:
la luce divina è penetrante
Per l’universo secondo ch’è degno,
Sì che nulla le puote essere ostante
(Dante)