Sul divertirsi

by Claudia Fulvi
“Ti diverti?”
Arriva un momento nella terapia con gli adulti che entra in campo il Signor Divertimento.
Io ti faccio questa domanda.
Tu mi guardi un po’ stupito, come a dire “dici a me?” (ma anche “questa è tutta scema”).
Con gli adolescenti di solito non accade, i ragazzi si presentano proprio attraverso quello che li appassiona o li rende felici, hanno sotto pelle, assieme a identità traballanti e curiosità nascoste nel cappuccio o nella sciarpa, tutti i colori dei loro sorrisi.
Noi “grandi” spesso riponiamo nello scaffale più in alto la scatola dei giochi e la lista delle cose che ci rendono felici.
Prima arrivano i doveri, i bisogni, le ramanzine, i rimpianti, i sensi di colpa, Mister Super-Io, le cartelline ordinate, l’agenda piena, la lista della spesa, il dito puntato…
C’è stato un periodo in cui ho avuto il bisogno prima e il desiderio poi, di ricominciarmi.
Devo dirlo: non è stato per niente facile, i venti avversi del disorientamento caotico rischiano di farti arenare nelle lande della mancanza e del sentire di dover recuperare, ma ho avuto l’imprudenza di ripartire da me e, con curiosità e prove di leggerezza, ho giocato a scoprir passioni.
Non è confortevole, se non sei abituato, concederti lo spazio del giocare. La signorina Efficienza dentro di te urla al “stiamo perdendo tempo” e a volte anche qualche persona, poco cara, ti rimanda che devi avere veramente tanto tempo libero per poterti entusiasmare per un centrino all’uncinetto.
Come se lo spazio delle passioni sia un lusso per perdigiorno.
Non è così.
Prendersi cura del piccolo è un modo per divenire grandi, aprire la porta a giochi e sorriso è per me la magia che tiene assieme i pezzi quando fuori piove.
Sì, lo so, il tempo libero non è mai così tanto! Ma quand’è l’ultima volta che ti sei proprio divertito?
Quanto lunga è la tua lista di felicità sparse? Se è più corta di quella delle cose che ti rendono triste, io direi che è tempo di orientare la rotta.
divertire (ant. divèrtere) v. tr. [dal lat. divertĕre, propr. «volgere altrove», comp. di di(s)-1 e vertĕre «volgere»] 

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